Referente del progetto: Prof.ssa Tiziana Ferrara
Finalità 1) Mettere in movimento ciò che si sa: unire i saperi curricolari con le conoscenze transdisciplinari.
2) Vedere la Scuola come creatrice di conoscenze iniziali complesse: conoscenza ed esperienza come scuola di vita. Per il terzo anno consecutivo l’Indirizzo Grafico propone ai colleghi dell’Erasmo un nuovo percorso curricolare a tema per le classi quinte. Il tema nasce dal pensare come l’uomo si configura nell’età dell’informazione e come le categorie ereditate dall’età pre-tecnolgica, che tuttora impieghiamo per descrivere l’uomo, siano ancora idonee per questíevento.
La tecnologia dell’informazione non tende ad uno scopo, non promuove un senso, non svela verità: essa funziona a livello planetario.
Occorre rifondare alle radici nelle diverse discipline, i concetti díindividuo, identità, senso, scopo, natura, etica, politica, diritti, religione, storia, di cui si nutriva l’età pre-tecnologica.
Bisogna a scuola, ridare coscienza di che cosa significa fare esperienza con le altre persone, gestire líordine del malinteso nelle relazioni necessario allo stare al mondo, creare istituzioni felici e strategie per la soluzione di molti conflitti tra soggetti e culture quale via per la tolleranza.
La distanza che ci separa e líimpossibilità della coincidenza sono la caratteristica comune della profondità che ci unisce e che ci rende simili nel movimento dell’intesa. Tematiche la cultura in azione La conoscenza e le tecniche di selezione per orientarsi e disporre di un mondo
Si direbbe che la scuola sia il rifugio nel quale ci si rinchiude per essere protetti dalla conoscenza, dal suo fluire, dal suo accrescersi. I grandi cambiamenti di solito si osservano anche nella forma del linguaggio, nella particolare qualità, nella sua organizzazione interna e nel modo in cui esso È in grado di catturare, e di descrivere le cose di cui parla come invece accade con l’arte, la musica, il cinema e il teatro.
La scuola sovente si limita a trasmettere alcuni definiti saperi mantenendosi per lo più estranea a due meccanismi essenziali:
1. il processo d’accrescimento veloce della conoscenza cui sovente si risponde con un pacchetto delimitato e statico di conoscenze selezionate non sempre per ragioni di qualità e di ore;
2. il processo di diffusione di metodologie di accesso ai santuari della conoscenza.
Il luogo in cui pertanto essa circola di più é il mondo esterno, dove tuttavia l’offerta appare in forma indebolita virtuale e priva di regole, esperita senza la pratica dell’esperienza, assente di quella qualità che la scuola potrebbe conferire.
Inoltre la cultura dei giovani e la cultura della scuola purtroppo, sono in dissonante conflitto; se da una parte si afferma e si pratica la difesa della genericità e della scarsa referenzialità, dall’altra si praticano e prediligono il pensiero e il linguaggio (auto) referenziali – strutturati e gerarchici (analisi, razionalità, spirito critico). Un viaggio d’ascolto
Disponiamo di una storia delle idee e non di una storia dei sentimenti. La capacità di intendere del sentimento non si é estesa ad altre forme di sapere. Il nostro modo di sentire, privato della sua storia e degli sfondi simbolici gelosamente custoditi che sembrano solo appartenere alla natura dell’uomo – all’elemento non storico e razionale, si é abituato allo schema del mondo che ci siamo fatti e ci impedisce di immaginare la possibilità d’altri schemi o mondi alternativi. Non soltanto i sentimenti dell’orrore, della stima, della compassione si sono inceppati, bensi anche il sentimento della responsabilità. Più cresce la distanza tra l’uomo e il mondo dei suoi prodotti, e più il dislivello sentimentale non é all’altezza del mondo creato dalla tecnologia. La divisione del lavoro e dei processi lavorativi (nell’industria, nel commercio e nell’amministrazione) negli innumerevoli passaggi e con le relative prestazioni, ha reso il sentimento incapace di reagire e da analfabeti emotivi, assistiamo al proliferare delle armi nucleari, a ricchezza e povertà decise dalle tecniche che regolano il sistema economico più che dal nostro effettivo lavoro, alla comunicazione totale – superiore a ciò che abbiamo da comunicare, alla presenza simultanea di tutti gli eventi senza un’adeguata assimilazione e alla distruzione del sistema ecologico. Non siamo più in grado di seguirne la trama? La nostra capacità di percepire i processi, gli effetti, gli esiti e gli scopi di cui siamo parti e condizioni si é a tal punto ridotta? La dimensione affettiva dell’adolescente il ruolo sociale dello studente.
Il nuovo adolescente ha oggi tre compiti di sviluppo fondamentali: instaurare relazioni efficaci fuori dei legami famigliari, la costruzione dell’immagine mentale della propria identità di genere e di sé, l’elaborazione dei legami affettivi, sociali e di ruolo.
Per realizzarli, egli incontra notevoli difficoltà.
Il gruppo classe rappresenta la metafora della crescita.
Compito comune é pertanto quello di far funzionare e di dare voce e orecchio al gruppo classe (attraverso una combinazione polifonica di forme di lavoro e d’esperienze tra loro connesse), in cui rintracciare l’anima di un comune progetto di crescita, per favorire l’incontro con la complessità e con il mistero delle cose, perché l’adolescente indossi l’abito dello studente.
Occorre forse domandarsi se lo spirito analitico su cui si é basata la nostra cultura non ha passato il limite; e se ai segnali e agli standard che ci arrivano della loro cultura, per molti aspetti globalizzata più dell’economia, pensiamo che non occorra fare ogni sforzo perché non si spostino (loro, i giovani) verso una sponda oltre la quale c’é l’anestesia dei sentimenti.
Tecnologia-informazione é il nostro mondo attuale e non é neutrale. Fini, scopi, idee, condotte, azioni, passioni, persino i sogni e i desideri sono tecnicamente articolati ed hanno pertanto bisogno di tecniche per esprimersi e di parametri su cui riflettere e discutere le nostre affermazioni passionali. Guidare i giovani ad affrontare l’incertezza con la speranza del futuro. I giovani non possono pensare ad un futuro in assenza di speranza. Scenari del presente che cambia
La condizione umana é segnata dall’incertezza cognitiva e dall’incertezza storica. Conoscere e pensare é l’arte dell’incontro e del dialogo con l’incertezza e i malintesi.
Gli adulti e gli anziani possono perdere la capacità di sperare ma sopravvivono egregiamente, poiché hanno a portata di mano una serie di soluzioni che organizzano una sopravvivenza simbolica anche nella condizione estrema di aver perduto la speranza nei confronti del futuro.
Per un soggetto in età evolutiva, se la realtà d’oggi non contiene anche il suo divenire sotto forma di una più ampia possibilità di espressione e di realizzazione del Sé, essa non fa che percorrere un futuro privo di crescita e d’amore. Ne consegue che la dimensione stessa della crescita entra in crisi e con lei il legame con la famiglia, con la scuola, con le istituzioni sociali. La scuola é la prima istituzione ad essere attaccata quando muore la speranza di significato, perché non é in grado di mantenere ciò che promette; poiché essa tutela il futuro e in lei l’adolescente sviluppa l’affermazione di se, la visibilità, il proprio ruolo.
La capacità di sperare orienta: é, infatti, la capacità di immaginare l’esistenza con eventi e percorsi che garantiscono il perseguimento di una soddisfazione molto maggiore di quella che si potrebbe ottenere ora. Il nostro compito é di sviluppare talenti e formare intelligenza di vario tipo: intuitiva, concreta, organizzativa e astratta. Contestualizzare e globalizzare
Sforzarsi di pensare bene, a contestualizzare e globalizzare le conoscenze, ad usare strategie per programmare in modo flessibile e a fare con tutta coscienza le nostre scommesse, sono gli attrezzi da usare per integrare l’incertezza con le azioni corrette. Non solo i giovani, sentono l’inadeguatezza a comprendere lo “smisurato” che ci accade. Viviamo una soglia di massimo rischio, c’é difficoltà ad immaginare e/o anticipare gli effetti del fare.
La conoscenza sembra progredire principalmente con la sofisticazione, la formalizzazione e l’astrazione, si deve al contrario portare a conoscenza la capacità di contestualizzare e globalizzare. Dov’é la conoscenza che perdiamo sempre più nell’informazione (frammenti di saperi dispersi)?
L’informazione é divenuta bene di consumo nelle scienze, nei media, ovunque.
Il pensiero é oggi più che mai il capitale più prezioso per l’individuo e per la società, la conoscenza deve essere costantemente rivisitata e riveduta dal pensiero, l’informazione é una materia prima che la conoscenza deve padroneggiare e integrare.
Il linguaggio, la tecnica, la velocità sono il mezzo per ampliare la conoscenza e servono se c’é pensiero, emozione, sensibilità, una delicata intermittenza, un luogo interno che non rinunci al proprio ritmo interiore.
La scuola non é soltanto un problema d’utenza, ma di cultura del pensiero della scuola e dei soggetti umani che vi lavorano esercitando l’arte della logica, l’arte dell’argomentazione e della discussione, l’arte di trasformare dettagli apparentemente insignificanti in indizi che consentono di ricostruire tutta una storia. L’incompiutezza umana
Abitiamo la tecnologia (e i suoi condizionamenti): ovvero un insieme di mezzi che con il sostegno della razionalità l’uomo impiega in termini di funzionalità e d’efficienza. Non é, infatti, nata come espressione dello “spirito umano”, ma come rimedio all’insufficienza biologica.
A differenza dell’animale che vive nel mondo stabilizzato dell’istinto, l’uomo carente di questo, può esistere grazie alla sua azione e alle procedure tecniche in cui ritaglia il suo mondo; sfruttando e adattandosi con tecniche di selezione ha raggiunto la stabilità che l’animale possiede in natura.
La cultura é l’esito dell’apprendimento attraverso le tecniche e le azioni di selezione di ciò che é favorevole all’esistenza da ciò che non lo é.
Tecnologia e memoria Il mondo che l’uomo incontra é quello costruito con le sue tecniche. Un mondo incompatibile? Le cose prodotte dall’uomo rivelano le sue possibilità o evocano quelle latenti. La Fisionomia dell’uomo emerge attraverso le azioni di pratiche di esperienza e le tecniche adottate per garantire la sua esistenza la cui radice é nella carenza biologica. La presenza della memoria crea l’apertura al senso e attraverso le sue costruzioni cuce la successione di visioni. La catena della memoria é quella particolare trama che consente identità e ideazione generando unità la dove rintraccia l’identità soggettiva e oggettiva dell’Io e del Mondo. Se la memoria non costruisse quella sfera di appartenenza per cui riconosco come “miei” azioni, pensieri, sentimenti e vissuti, non ci sarebbe Mondo. La memoria apre l’uomo al senso e la morte gli ricorda che é aperto al nulla. I prodotti-esperienza degli studenti
Un intervento per una conferenza sul tema del progetto. Un articolo nel sito Internet della scuola (Approfondimenti per l’esame di Stato). Un testo poetico anche musicato. Un video. Sculture sul tema: la memoria del corpo e il sesto senso, la mente costruisce il mondo e lo trasforma con l’immaginazione, la logica, la critica, il giudizio, la scoperta, la fiducia, l’errore, il rimedio, la previsione.
Una comunicazione scientifica per il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, con la partecipazione all’Exibit per la V edizione di Scienza Under 18 nella settimana dal 21 al 25 maggio 2002. La pubblicazione del proprio sito web per presentarsi nel mondo del lavoro (si costruirà nel corso extracurricolare di Web design), nel quale inserire il progetto.
Una comunicazione scientifica per una trasmissione radiofonica: le oche di Lorenz radio Rai Tre, alla quale abbiamo partecipato lo scorso anno con il progetto l’uomo é ciò che mangia
Totale: circa 400 ore
Durata del progetto: secondo quadrimestre
Da Gennaio ad Aprile 2003 Struttura
Il Progetto prevede attività gestite dai docenti e gruppi di studio con esperti in classe, docenti universitari e personaggi della cultura contemporanea con la possibilità di utilizzo di diverse modalità espressive (immagini, video o musica). Destinatari:
Classi Triennio: quinta grafico 1 e 2; quinta sociale 1
Classe Biennio: prima Risorse interne:
Docenti dell’indirizzo Grafico classi quinte 1 e 2: Barbaria, D’amelio, La Torre, Ferrara (Grafica Pubblicitaria Editoriale); Conti e Palma (Discipline Pittoriche); Mitrano (Discipline Tridimensionali); Proverbio (St. e Filosofia); Pappini (Italiano); Fretto (Inglese); Simonelli (Architettura)
Docenti dell’indirizzo Sociale 1 classe quinta: Falcioni (St. e Filosofia)
Docenti di prima: Rizzo (Italiano), Marsano (Scienze Sociali) Risorse esterne:
P. Apolito, docente di Antropologia culturale all’Università di Salerno
G. Charmet, Psicoterapeuta Associazione Minotauro
F. Cigada, Matematico
R. Piumini, Scrittore
E. Vitti, Arte e Terapia
Annamaria Testa, docente di comunicazione allo IULM
Carlo Voltolini, Filosofo Eventuali prodotti da realizzare:
Gioco di ruolo per una conferenza o forum degli studenti anche in rete con altre scuole, o per un sito nel sito della scuola
Articolo (testo argomentativo) per un giornale degli studenti in rete
Un testo poetico anche musicato
Una campagna informativa
Una storia illustrata
Lettere recitate La scuola non offre soltanto contesti di lavoro, ma di vita. Vuole dare motivi per agire e pensare, attraverso esperienze significative e stimolanti allo scopo di sviluppare ulteriori capacità in sé e nel gruppo di lavoro, con un approccio più attento e sensibile alla qualità della comunicazione.
Pertanto occorre imparare bene per informare bene, con la capacità di considerare fatti e problemi da un punto di vista globale (qualità elicottera) selezionando criteri di analisi, di immaginazione, di senso di realtà. I prodotti dell’indirizzo grafico verranno presentati all’iniziativa di SU18 al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, dove é presente un gruppo di monitoraggio del Museo stesso.
Quando si utilizza un media per diffondere un messaggio, i docenti e i destinatari dei prodotti degli studenti, ne valuteranno insieme l’efficacia attraverso l’elaborazione di schede, grafici, altro.
Con la partecipazione di:
Paolo Apolito: docente di Antropologia culturale all’Università di Salerno
Roberto Piumini: scrittore