FUNZIONI STRUMENTALI INCLUSIONE
COORDINAMENTO FUNZIONI STRUMENTALI AREA INCLUSIONE
Prof.ssa Spadaro Maria Grazia
FUNZIONI STRUMENTALI STUDENTI CON DISABILITA’
Prof. ssa Vitiello Nadia
Prof.ssa Vannella Concetta
FUNZIONI STRUMENTALI STUDENTI CON DSA-BES
REFERENTI:
Prof. ssa Zini Elisa
Prof. Caramanno Antonino
Di cosa si occupa il gruppo inclusione
Nell’Istituto opera un GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE (GLI) che:
■ analizza le risorse, sia umane che materiali, necessarie per garantire “benessere” a docenti e studenti;
■ verifica periodicamente gli interventi pianificati nel Piano per l‟ Inclusione (vedi allegato);
■ raccoglie e documenta gli interventi didattico-educativi posti in essere anche in funzione di azioni di apprendimento organizzato tra reti di scuole e/o in rapporto ad azioni strategiche dell‟Amministrazione;
■ rileva, monitora e valuta il livello di inclusività della Scuola;
■ raccoglie e coordina le proposte formulate dai singoli Gruppi di Lavoro;
■ elabora la proposta del Piano per l‟Inclusione riferito a tutti gli studenti con Bisogni educativi Speciali (BES);
■ promuove la partecipazione alle riunioni del GLI degli specialisti delle UONPIA o di altre agenzie mediche di riferimento, dei rappresentanti degli Enti locali, dei referenti delle cooperative degli educa-tori, di tutti i genitori degli alunni con disabilità;
■ propone percorsi di formazione a sfondo inclusivo;
■ mantiene i contatti con il Centro Territoriale di Supporto (CTS- LS Marconi di Milano) e con il Centro territoriale per Inclusione (CTI- ICS Don Milani di Novate Milanese), che offrono, alle varie realtà scolastiche, sostegno nel processo di integrazione, nello sviluppo professionale dei docenti e nella diffusione delle buone prassi.
Il raccordo fra il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione, i consigli di classe e le famiglie degli studenti con Biso-gni Educativi Speciali avviene attraverso l’individuazione di specifiche figure:
– un referente BES, che pone particolare attenzione all’attuazione delle azioni operative per gli studenti Neo Arrivati in Italia (NAI), oltre che a supportare i Consigli di Classe nell’individuazione di Bisogni Educativi
Emergenti;
-un coordinatore per l’area inclusione
– due referenti DSA che sostengono i Consigli di Classe in fase di redazione dei Piani Didattici Personalizzati e che sono a disposizione di docenti, studenti e famiglie per qualsiasi problematica relativa a BES Certificati;
– due referenti per studenti con disabilità che si occupa dell’organizzazione dei GLO operativi e del coordinamento tutte le attività volte a garantire l’integrazione e a favorire inclusione degli studenti diversamente abili. I referenti provvedono a informare i consigli di classe della presenza di studenti con Bisogni educativi Speciali segnalati; nel primo bimestre di lezione i singoli docenti raccolgono osservazioni ed elementi utili per avan-zare proposte didattiche e fornire chiare indicazioni a coordinatori di classi e ad insegnanti di sostegno ai fini della stesura, rispettivamente, dei Piani Didattici Personalizzati e dei Piani Educativi Individualizzati.
I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)
I DSA sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione.
In base al tipo di difficoltà specifica che comportano, i DSA si dividono in:
DISLESSIA:
disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo;
DISORTOGRAFIA:
disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nella competenza ortografica e nella competenza fonografica;
DISGRAFIA:
disturbo specifico della grafia che si manifesta con una difficoltà nell’abilità motoria della scrittura;
DISCALCULIA:
disturbo specifico dell’abilità di numero e di calcolo che si manifesta con una difficoltà nel comprendere e operare con i numeri.
Questi disturbi dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo.
Non sono causati né da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali.
BES – BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Nel variegato panorama delle nostre scuole la complessità delle classi diviene sempre più evidente.
Quest’area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei: Special Educational Needs). Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socioeconomico,linguistico, culturale.
ADHD
Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Esso include difficoltà diattenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello diattività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambinodi regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo,degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. E’ beneprecisare che l’ADHD non è una normale fase di crescita che ogni bambino devesuperare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, etanto meno non è un problema dovuto alla «cattiveria» del bambino.
L’ADHD è un vero problema, per l’individuo stesso, per la famiglia e per la scuola, e spesso rappresenta un ostacolo nel conseguimentodegli obiettivi personali. E’ un problema che genera sconforto e stress neigenitori e negli insegnanti i quali si trovano impreparati nella gestione delcomportamento del bambino.
Sicuramente i genitori sono abituati a vedere come le altre persone reagiscono al comportamento del bambino iperattivo: all’inizio, gli estranei tendono ad ignorare il comportamento irrequieto, le frequenti interruzioni durante i discorsi degli adulti e l’infrazione alle comuni regoli sociali. Di fronte alle ripetute manifestazioni dell’assenza di controllo comportamentale del bambino, queste persone tentano di porre loro stesse un freno all’eccessiva “esuberanza”, non riuscendoci, concludono che il bambino sia intenzionalmente maleducato e distruttivo. Forse i genitori sono anche abituati alle conclusioni a cui gli estranei giungono, come ad esempio: «I problemi di quel bambino sono dovuti al modo in cui è stato educato; sarebbe necessaria una maggiore disciplina, maggiori limitazioni e anche qualche bella punizione. I suoi genitori sono incapaci, incuranti, eccessivamente tolleranti e permissivi, e quel bambino è il frutto della loro inefficienza».
Leggendo queste poche righe, i genitori si renderanno conto che, se da un lato diventa necessario fare qualcosa per gestire il comportamento di questi bambini, è anche vero, d’altro canto, che diventa urgente far capire agli altri adulti quale sia la reale natura del problema dell’iperattività. E’ necessario che tutte le persone, che interagiscono con i bambini con ADHD, sappiamo vedere e capire le motivazioni delle manifestazioni comportamentali di questi ragazzini, mettendo da parte le assurde e ingiustificate spiegazioni volte ad accusare e ferire i loro genitori, già tanto preoccupati e stressati per questa situazione.
Innanzitutto è necessario scoprire se il bambino a cui state pensando, abbia veramente un Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) oppure se sia semplicemente irrequieto e con la testa tra le nuvole. Nessuna persona, che non sia uno specialista (ad esempio, uno psicologo o un neuropsichiatra infantile), si deve sentire autorizzata a decidere se quel bambino presenta o meno un ADHD.